Festival Sanremo 2020 : tiriamo le somme

Cosa ne penso dell'edizione più trash del Festival di Sanremo

Sanremo 2020 è terminato, tiriamo assieme le somme su questa controversa edizione.
Se seguivate qualcuno dei cantanti in gara, siete amanti del trash o, come me, avete difficoltà a dormire, sicuramente avrete visto il festival di Sanremo.
Mea culpa, prima di quest’anno non ricordo di averlo mai seguito.
Poco interessato all’evento, alla conduzione, ai cantanti e alle canzoni in gara.
Negli ultimi anni però confesso di essermi più avvicinato al festival della canzone italiana. Il motivo chiederete voi?
Semplice, capire i meme che, ogni anno, girano su internet inerenti le polemiche.
Sì perchè va bene i fiori, passino i super-ospiti (tipo Albano e Romina per il 15esimo anno di fila), posso anche tollerare il televoto finale, ma ammettiamolo, in quelle sere la nostra tv è connessa su Rai 1 solo per quello.
Poter ridere e prendere in giro le gaffe, i litigi, i casini e i problemi che costellano questo grande evento pubblico e che unisce anche noi Italiani al di sotto dei 40 anni.
Quest’anno Sanremo sembrava avere tutte le carte in regola per interessarmi solo da questo punto di vista.
Tra Rita Pavone riesumata per farla cantare.
Amadeus che ammette candidamente di essersi circondato di bonazze che sanno stare al posto loro, e dulcis in fundo Junior Cally che è diventato da un giorno all’altro il principale problema di questo paese.
E invece no, quest’anno ho seguito Sanremo per altri motivi.
Due per la precisione.
Il primo si chiama Anastasio che ho amato fin dalla finale di Xfactor, quando si presentò con un tatuaggio di Maradona.
Il secondo, beh, è un pò la storia di come crescendo ho imparato quanto fossi stupido a voler fare a tutti i costi l’ alternativo.
Dovete sapere che fino a qualche tempo fa, probabilmente a causa di botte prese dal seggiolone, qualsiasi fosse la moda del momento, io dovevo a tutti i costi andarci contro. Va da se quindi che ho odiato con tutte le mie forze l’ indie.
“Non hanno i testi dei cantautori, nè la voce dei cantanti normali, non mi piaceranno mai”. Che idiota che ero.
Mi attaccavo a qualcosa come la moda in un ambito, come è quello della musica, dove l’ unica cosa che conta è il riuscire a suscitare emozioni.
Col tempo sono parzialmente guarito dalla mia idiozia.
Partendo da gruppi borderline tra l’ indie e altri generi mi sono avvicinato sempre più a questo universo.
Ed è così, che un giorno, mentre ascoltavo spotify, nella rotazione mi esce “verdura” dei Pinguini Tattici Nucleari.

Amore a primo ascolto e da lì diventano uno dei miei gruppi preferiti, con tanto di tutti gli album imparati a memoria e concerto a Napoli.
Quando ho saputo che ci sarebbero stati anche loro a Sanremo, sono stato il pinguino, pardon, bambino più felice del mondo.
Quindi mi sono avvicinato al festival non solo con la voglia di buttare un pò la testa, ma anche con un tifo sfegatato.
Manco a farlo apposta quest’ anno, incredibile ma vero, si è raggiunto il picco di litigi e polemiche.
Altro che festival dell’ amicizia.
Ad essere protagonisti loro malgrado sono però stati degli insospettabili.
A finire nell’occhio del ciclone sono stati in primis Fiorello e Tiziano Ferro, che litigano, onestamente non so per quale motivo.
Insomma, l’ unico dei tre che era papabile come oggetto di meme, Amadeus, è stato impeccabile.
Fortunatamente (o purtroppo) poi però fanno subito pace, da persone adulte, mature e professionali.
Già, la professionalità…
Ne sapete qualcosa Morgan e Bugo?

Bufera sul duo in concorso con “sincero”, canzone che tra l’ altro non era nemmeno tanto male. Pare ci siano stati problemi durante la serata delle cover.
Per Bugo il suo collega era in preda a deliri di onnipotenza e voleva fare tutto.
Per il ciuffo meno naturale del west, invece era stato lui ad essere usato come semplice trampolino di lancio per Sanremo per poi voler essere riposto in un angolo.
Come è andata onestamente mi interessa poco, so solo che mi sono divertito tantissimo a vedere Morgan sputtanare il suo compagno in mondovisione cambiando il testo alla canzone e insultandolo, col povero Bugatti che lascia il palco sconsolato.
Concorrenti squalificati, polemiche e insulti come se piovesse, il tipico clima amorevole che ti aspetti in prima serata su Rai 1 day.
Permettete infine un pensiero cinico.
Non so chi abbia ragione, ma, certamente, da questo bordello ci guadagnano entrambi i cantanti che saranno ora invitati a millemila salotti televisivi, risultato difficilmente raggiungibile altrimenti.
A rubare la scena a tutti è stato però Achille Lauro.

“Me ne frego” non è stato solo il titolo della sua canzone, tra l’ altro davvero niente male, ma la risposta che ha dato coi fatti alle critiche, sera dopo sera.
Dite che sono ridicolo a togliermi la mantella nera e a cantare con un body color carne e che non devo atteggiarmi a David Bowie?
Bene, serata delle cover mi vesto come lui.
Credete che io sia un personaggio troppo esagerato e fuori contesto?
Perfetto, mi presento vestito come la marchesa Casati, famosa per la sua eccentricità e, tra l’ altro, amante di D’annunzio.
Dite che sono solo una prima donna? Boom, mi vesto come Elisabetta prima e bacio anche un uomo sul palco.
Continuate pure a criticarmi vi prego.
Così facendo mi fate solo divertire, mi date l’ occasione di ottenere popolarità e di rispondere e scandalizzarvi colpo su colpo, tanto “me ne frego”.
A far compagnia sul palco dello spettacolo, almeno sulla carta, a Lauro, ci sarebbe dovuta essere Elettra Lamborghini.
Doveva mangiarsi il pubblico con uno show senza precedenti, terrorizzando le nonnine che guardavano il festival.
Invece la povera Elettra, più che un giaguaro è sembrato un gattino indifeso che dava il meglio di sè, ma a cui si vedeva fin troppo l’ incontenibile emozione e, a onor del vero, non solo quella.

Tanto affetto in più verso la persona, un pò deluso dal personaggio.
A deludermi è stato anche il trattamento e risultato riversato ad Anastasio.
“Rosso di rabbia” è una canzone molto figa e scritta davvero bene.
Non credo meritasse la parte destra della classifica.
Probabilmente non ha pagato la scelta del genere rap, anche se risultati migliori li ha raggiunti tranquillamente il collega Rancore, con un bel pezzo di nome “Eden”, ma che secondo me non era così migliore rispetto alla proposta del cantante Napoletano.
Ma passiamo al podio che molti cantanti non me li ricordo, mentre di altri non avrei molto da dire se non sottolineare una bella prestazione, vedi Levante, o stendere un velo ben più che pietoso.
Sì, sto parlando di te Urso.
Al secondo posto di questo festival arriva Gabbani.
Personalmente lo ho sempre apprezzato, mai stato uno dei miei cantanti preferiti, ma il suo stile personale ha avuto sempre un certo non so che che mi attirava.
O dovrei dire aveva.
Già, perchè, nonostante il podio, quest’anno mi ha deluso.
“Viceversa” mi sembra una canzone piatta, un pò banalotta e fin troppo sanremese.
Non chiedevo la scimmia nuda che balla certo, ma non è sufficiente un fischettio durante il ritornello per rendere una canzone particolare, arte nella quale ha sempre eccelso.
Dai Francesco, puoi fare molto di meglio.
A vincere Sanremo 2020 è stato invece Diodato.

La prima volta che ho ascoltato la sua “Fai rumore” su spotify, non so perchè, ero certo che a cantare fosse Fiorella Mannoia.
Ne ignoro il motivo e non lo dico in senso dispregiativo, solo che ho avuto questa sensazione.
Ma, al netto di una voce molto simile a quella femminile la canzone non era male, lui ha un’estensione vocale paurosa, e tutto sommato ci sta.
Non la mia preferita, ma era da un pò che non vinceva una canzone d’ amore, e, tra le varie, la sua era la migliore.
Mi scordo qualcosa?
Ovviamente sì.
Non qualcosa, ma qualcuno.
I veri vincitori del festival.
I miei adorati pinguini, vera sorpresa (solo per gli altri) e rivelazione della 70 edizione del festival.
Ringo Starr è una canzone divertentissima, orecchiabile a livelli incredibili, che ti entra in testa.
Le citazioni tutte azzeccate e un ritmo coinvolgente hanno convinto anche gli scettici che si erano fermati solo al nome all’inizio.
Oltre a ciò sono riusciti a creare uno spettacolo incredibile.
Personalmente temevo fossero un pò impacciati in un ambiente così lontano dal loro e, invece, hanno conquistato tutto l’Ariston fin dalla prima sera.
Urla, balli, scherzi e abiti improponibili la hanno fatta da padrone. Dal casino coi piatti della batteria fino al bacio a Mara Venier l’ ultima sera.
Menzione speciale, ovviamente, per l’esibizione della cover, tutti vestiti monocolore, con Riccardo versione evidenziatore rosa, il flirt col violinista e la mimosa regalata a Ronaldo. Indimenticabile.
Del resto non si resta primi su spotify per una settimana e tra i primi su youtube con un video tutto riferito a ritorno al futuro per caso.
Prima di Sanremo li amavo.
Ora so di essere in ottima compagnia.
Che dire ragazzi, le mie “brevissime”considerazioni su sanremo finiscono quì, ora, se volete scusarmi, vado a chiudermi prima in palestra e poi dal chirurgo plastico, così da poter dire candidamente che la bellezza capita .

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