La Flaca, un viaggio sensoriale tra i sapori del Mondo

Abbiamo provato il nuovo menu della Flaca per voi.

“Por un beso de la Flaca yo daría lo que fuera”.
Per un bacio della Flaca darei qualsiasi cosa… 
Cantava così Jarabe de Palo più di una decade fa, mettendo in strofa  il suo folle amore per la “tremendissima mulatta” che lo aveva stregato, rubandogli il cuore.
La Flaca che sto per raccontarvi io, nulla ha a che fare con una donna sensuale che ama ballare tutta la notte, bensì di un locale, che sorge nel cuore della capitale a pochi passi dal centro commerciale Porta di Roma.

State tranquilli, il risultato è il medesimo. 
Anche io sono stato stregato ed ho perso il senno dopo una serata passata a vagare tra odori, spezie e sapori di luoghi lontani. 
Un percorso sensoriale più che gastronomico, che accende tutti i sensi e ti trasporta e travolge in un tourbillon di emozioni e sensazioni, dal quale ridestarsi risulta davvero difficile. 

Il completo re-branding del progetto volto  a portare una superiore qualità ed innovazione sia dal punto di vista culinario si da quello dei cocktail bar, è stato solo l’incipit del nostro percorso. 
Il viaggio alla Flaca inizia con il corner del Marocco, dove ci sono stati presentati succulenti finger food di Tajine di pollo  e Kofta (polpette di agnello speziate mediorientali).

Il nostro peregrinare nella cultura orientale ci ha portato a toccare la Cina, con succulenti Chow Mei, pietanza a base di pasta lunga originaria della cucina cantonese che letteralmente significa “Noodles fritti al salto“.
Ci siamo spostati poco più in là, verso l’ Indocina per assaporare il “pistacchioso” Pollo Satay, prima di farci travolgere dai fragranti Involtini Nem Vietnamiti
Spezie e sapori lontani che in un lampo ti rapiscono facendoti rivivere la tradizione del Sol Levante.

Con l’avvicinarsi del caldo e lo spuntare dei primi Doflamingo rosa, da sfoggiare nelle foto di Instagram, non poteva mancare l’angolo delle Hawaii, tra palme di cocco, collane di fiori e freschissimi Poke di pesce crudo. 
Vi dirò, col fatto che sia una pietanza a dir poco salutare, non fritta e per nulla sanguinante, un pò di remore le avevo nei confronti di questo piatto, tanto in voga tra bloggers e amanti della palestra.

Dato che ormai i confini statunitensi sono stati varcati, ho avuto l’obbligo morale di far tappa in un vero barbecue made in Usa ed addentare succulente Ribs ricoperte di salsa barbecue, ed infine lui…
Il mio personalissimo MVP della serata, il Pulled Pork.
E’ bastato sol boccone, l’esplosione delle papille gustative, la carne morbida e succulenta che si scioglieva in bocca. 
Pochi secondi gli son bastati per fare la fine di Keyser Söze: “Dopodiché credo che non ne sentirete più parlare”.

La serata, contro ogni più rosea previsione, non si è conclusa al Pronto Soccorso, a causa dell’ affannoso ingurgitare, ma bensì con uno strabiliante concorso a premi che ha permesso al più fortunato e bravo tra gli avventori, di aggiudicarsi un viaggio a Marrakech.
Caro Jarabe, come vedi quello che, sentimentalmente, hai provato per la tua Flaca, io lo ho provato per la “Mia”.
Tanto si sa, non esiste sentimento e amore più sincero e puro di quello per il buon cibo.

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