Il Porticciolo: cena di pesce ad Anzio

Ogni fiaba che si rispetti si compone di tre parti essenziali.
La premessa , ove solitamente vengono spiegati i motivi  che hanno portato il nostro eroe nel luogo e nel tempo della narrazione.
Lo sviluppo, che occupa la parte centrale del racconto, ed infine la conclusione, solitamente a lieto fine. 

La scelta

Il primo caldo afoso investe la città.
In questa  lunga serata di inizio estate, l’unica via di fuga plausibile appare esser quella di passeggiare  in riva al mare.
La meta prescelta è Anzio, un’incantevole località  alle porte di Roma, mai visitata prima, ricca di luci e calore.
Fa troppo caldo per rinchiudersi in un ristorante ed abbuffarsi fino a star male, meglio prendere un fresco gelato e passeggiare lungo il porto.
Gira che ti rigira però, l’occhio viene catturato da un locale a pochi passi dal mare.
Da un rapido e fugace  sguardo all’interno  si possono scorgere facce felici, sorrisi sinceri e ottimo cibo. 
Ogni percorso ti porta ad un certo punto davanti ad una strada che si biforca, come ricordava meravigliosamente Robert Frost ne ‘La strada che non presi’:
“Lo racconterò con un sospiro da qualche parte tra molti anni: due strade divergevano in un bosco ed io, io presi la meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza”.
Detto fatto, tutti i piani di non belligeranza andati a farsi benedire ed in men che non si dica mi ritrovai seduto al tavolo del “Porticciolo” menù alla mano.

Varcare la soglia 

Il locale, che si divide in una sala interna ed una veranda con vista mozzafiato, affascina con il suo mix di classico e moderno, con alternanza di colori caldi e freddi e richiami alla storia centenaria  del mare, su ogni parete.
La vera forza del Porticciolo
è  il suo essere  totalmente votato alla conduzione familiare, ove la memoria culinaria si tramanda da generazione in generazione, pur non mancando geniali rivisitazioni ad opera del figlio Emiliano.
La tradizione e l’innovazione , si fondono indissolubilmente in un climax ascendente di emozioni e sensazioni che  che investe le papille gustative dei fortunati avventori, con un’esplosione di sapori.
Il nostro viaggio culinario inizia, come nelle migliori favole, da un ricco antipasto composto da innumerevoli portate con una chiara vocazione  al finger food.
Tutto rigorosamente a base di quel pesce fresco appena pescato, che trova la sua perfetta armonia accostandosi a sapori esotici o quanto mai dissacranti quali il cacao, gli agrumi o la gelatina di alghe rosse e blu.
Usando il classico linguaggio di lupo di mare: la calma prima della tempesta.
Ebbene si, il vero uragano di emozioni visive e sensoriali lo abbiamo avvertito sulla nostra pelle, alla vista e nel nostro palato grazie ai primi piatti.
Se sua Maestà Lo spaghetto alle vongole è un inno melodico, soavemente bisbigliato da un’incantevole sirena, i maltagliati  con gamberi rossi e granella di pistacchio rappresentano il mare in tempesta, il fragore delle onde che si infrangono sugli scogli  ed il vento che ulula nella notte. 
Il frantumarsi della tradizione che spezza le catene del consueto, per abbracciare la libertà dell’innovazione.
Dopo ogni  nubifragio però, torna a splendere sempre il sole.
Ebbene, quiete fu grazie ai al semifreddo alla nocciola, la scomposta di crema è la Cheesecake ai frutti di bosco.

Serbare la memoria

Una serata indimenticabile che ha acceso la passione e l’ardore sopito, con la stessa semplicità con cui la scintilla dell’amore che si propaga ad una velocità fuori controllo.
Tutti in piedi.
Chi non si alza ad applaudire ha un bidone dell’immondizia al posto del cuore.
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P.S. Se non vi fidate delle mie parole andate a curiosare sul SITO e correte a prenotare la vostra cena di pesce.

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